mercoledì 12 dicembre 2007

Fin dai tempi di Darwin la classificazione filogenetica

I dettagli della diversificazione evolutiva delle piante con fiori sono sempre rimasti un enigma, fin da quando Charles Darwin si riferì alla loro storia evolutiva come a un "abominevole mistero". Ora, grazie al sequenziamento del genoma dei cloroplasti di queste piante, due gruppi di ricercatori dell'Università del Texas a Austin, diretti da Robert Jansen, e dell'Università della Florida, diretti da Doug e Pam Soltis, sono riusciti a tracciare un quadro generale dei rapporti filogenetici delle angiosperme, di cui danno conto in due articoli pubblicati sull'ultimo numero dei Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Queste ricerche hanno confermato che il genere che oggi è più vicino alle piante che originariamente si separarono per dare origine alle angiosperme è rappresentato da una sola specie, Amborella trichopoda, che sopravvive unicamente nell'isola di Nuova Caledonia, nel Pacifico sud-occidentale. Ancora più interessante è però il fatto che, come hanno dimostrato i ricercatori dell'Università della Florida, la più importante diversificazione fra le piante con fiori è avvenuta nel giro di un tempo estremamente breve dal punto di vista evolutivo, meno di cinque milioni di anni, tanto da indurli a parlare di una sorta di Big Bang dei fiori.
"Le piante con fiori comprendono oggi circa 400.000 specie", ha detto Pam Soltis, del Florida Museum of Natural History. "Pensare che l'esplosione che ha dato origine a quasi tutte queste piante sia avvenuta in meno di cinque milioni di anni è veramente sorprendente, soprattutto se si considera che queste piante, come gruppo, hanno circa 130 milioni di anni." "Una delle ragioni per cui è stato difficile comprendere le relazioni evolutive tra i principali gruppi di piante da fiore è proprio il fatto che si siano diversificate in un lasso di tempo così breve" ha osservato Jansen. Resta tuttavia ancora da comprendere, osservano i ricercatori, quale sia stata l'origine di questa incredibile fioritura, è proprio il caso di dirlo, delle piante con fiori. (gg)
03/12/2007 - federico cesareo

martedì 11 dicembre 2007

Il sistema immunitario colpisce il cervello

Il meccanismo, utile nella fase dellosviluppo cerebrale, viene riattivato in modo anomalo in alcune patologie neuro-degenerative Il sistema immunitario contribuisce attivamente allo sviluppo del cervello, in particolare attraverso un'opera di "scultura" di quell'eccesso di connessioni sinaptiche che caratterizza le fasi iniziali dello sviluppo cerebrale. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori della Stanford University School of Medicine diretto da Beth Stevens e Ben Barres, che ne riferiscono in un articolo sull'ultimo numero della rivista Cell. I ricercatori hanno in particolare scoperto che una parte del sistema immunitario, la cosiddetta cascata del complemento "etichetta", grazie a una proteina chiamata C1q, le sinapsi indesiderate e destinate a essere eliminate. I ricercatori hanno trovato prove anche del fatto che questo processo può venire riattivato nel corso di patologie neuro-degenerative. Nei topi affetti da glaucoma, per esempio, la cascata del complemento entra in gioco nelle sinapsi delle cellule adulte della retina fin dall'inizio della malattia, determinando una forte perdita di sinapsi.
"I nostri risultati suggeriscono che un segnale prodotto da astrociti immaturi presenti nel cervello in sviluppo e nella retina agisca da interruttore che temporizza l'espressione della proteina C1q del complemento, spalancando una finestra all'eliminazione della sinapsi dipendente dal complemento", spiegano i ricercatori."I risultati suggeriscono fortemente anche che il normale meccanismo di eliminazione delle sinapsi mediato dal complemento che abbiamo descritto venga riattivato in modo aberrante nel sistema nervoso centrale dopo una lesione o l3inizio di una malattia degenerativa. In questo caso, i farmaci che bloccano la normale cascata del complemento potrebbero contrastare la perdita di sinapsi, non solo nel glaucoma, ma anche in altre patologie neuro-degenerative, come l'Alzheimer o la sclerosi multipla", osservano gli autori. Federico Cesareo

genetica ed immunologia oggi