giovedì 27 agosto 2009

Il potenziale di guarigione delle cellule staminali

Non importa quanto una persona sia grande: tutto ha avuto inizio da una cellula uovo e da uno spermatozoo. Ciò significa che vi sono cellule che godono del potenziale di formare un intero essere umano. Queste prime cellule, nate dall'uovo fecondato, vengono definite cellule totipotenti. Dopo alcuni giorni nel grembo materno, si forma il cosiddetto blastocista. Le cellule ivi contenute vengono definite cellule staminali embrionali. Esse non sono ancora specializzate e hanno la capacità di dividersi all'infinito e di svilupparsi nei quasi 220 tipi cellulari diversi presenti alla fine nell'essere umano, tuttavia, dalle singole cellule, non può più costituirsi un intero essere umano. Hanno perso la loro totipotenza e vengono definite poi pluripotenti. Una volta terminato lo sviluppo dell'essere umano, queste cellule originariamente indifferenziate diventano mature, si sono trasformate in cellule differenziate ed hanno assunto una funzione speciale nel nostro corpo. In questo modo si hanno le cellule nervose, in grado di trasmettere impulsi elettrici, le cellule muscolari, in grado di contrarsi e le cellule ß del pancreas, in grado di produrre insulina.
Ma anche in età adulta la pelle si rigenera, le ferite guariscono ed i capelli crescono. Fino alla nostra morte, sono presenti nel nostro corpo ancora delle cellule ancora relativamente indifferenziate, in grado di moltiplicarsi con una certa frequenza e che aiutano l'organismo a guarire e a rigenerarsi. Tali cellule vengono chiamate cellule staminali adulte. Le cellule staminali adulte sono state rilevate finora in ogni tessuto umano, fra gli altri, nella pelle, nel cervello, nel sangue, nel fegato e nel midollo osseo.
Funzione biologica delle cellule staminali adulte
Se un tessuto del corpo umano si danneggia, le cellule staminali si attivano immediatamente nel punto interessato e stimolano il processo di guarigione. Ma anche i processi quotidiani del corpo umano avvengono grazie alla funzionalità delle cellule staminali: i nostri eritrociti e leucociti sopravvivono solo 120 fino a 130 giorni, dopodiché sono troppo "vecchi" per poter trasportare ossigeno a sufficienza e devono essere sostituiti. Questo compito viene assunto dalle cellule ematopoietiche, presenti nel midollo osseo ed in grado di generare le cellule ematiche. Secondo calcoli teorici, ogni minuto vengono prodotte circa 350 milioni di nuovi eritrociti. Ma anche la maggior parte delle altre cellule del corpo vengono sostituite periodicamente: le cellule epatiche dopo 10-15 giorni, i leucociti dopo 1 -3 giorni.
In teoria, il corpo umano ha costantemente a disposizione un proprio sistema di "riparazione". Però: perché alcune persone si ammalano tuttavia in modo inguaribile? E perché l'organismo invecchia, se è dotato invece della capacità di rigenerarsi costantemente?
Limiti della capacità rigenerativa
Una teoria corrente vuole che le cellule staminali adulte vengano sì "chiamate", ossia attratte verso il punto della lesione da determinati neurotrasmettitori, pur non presentandosi molto spesso in numero sufficiente, oppure non giungendovi affatto a causa dell'occlusione del vaso sanguigno. Una lesione guarisce molto lentamente o non guarisce affatto se la causa della patologia continua a persistere. Può inoltre accadere che talune malattie decorrano in maniera silente e che il corpo non le riconosca quindi come patologie che richiedono una riparazione.
Un ulteriore problema è rappresentato dal fatto che anche le cellule staminali adulte invecchiano. Sebbene esse possiedano un potenziale rigenerativo molto più elevato di quello delle altre cellule specializzate del corpo, tale potenziale sembra esaurirsi al più tardi nel giro di 130 anni. Si pensi, ad esempio, che la donna attualmente più anziana al mondo vive in Francia e ha ben 122 anni.
Il processo di invecchiamento non può essere arrestato. La medicina moderna consente tuttavia di prelevare dal corpo le cellule staminali, di depurarle, concentrarle e, successivamente, di applicarle direttamente sul punto della lesione. In tal modo, si ottiene in molti casi un rafforzamento del processo fisiologico di guarigione.
Cellule staminali da sangue cordonale
Oggi molti genitori richiedono di congelare le cellule staminali prelevate dal sangue cordonale del loro neonato al fine di offrire ai loro figli la possibilità, nell'evenienza di una seria patologia, di disporre delle proprie cellule staminali adulte. E', del resto, una scelta ragionevole, poiché tali cellule sono apparentemente meno differenziate di quelle presente nel sangue degli organismi adulti e presentano un potenziale più elevato di trasformazione nei diversi tipi di cellule. A ciò si aggiunge il fatto che tali cellule staminali hanno un effetto immunologico meno inteso e sono quindi, eventualmente, idonee anche ad essere impiantate su altre persone. Vi sono tuttavia alcuni limiti da considerare. Possono infatti sorgere problemi nel caso in cui i donatori non prelevino o conservino le cellule staminali nel rispetto dello standard qualitativo internazionale "Good Manufacturing Practice",oppure nel caso in cui le staminali non vengano isolate dal sangue cordonale, ma si proceda invece al congelamento dell'intero sangue conservato. Nel primo caso, nessun ospedale avrà mai il permesso di utilizzare le cellule congelate, mentre nel secondo caso le staminali riporteranno automaticamente dei danni a causa della necessaria aggiunta di additivi anticongelanti e del lungo tempo di scongelamento. In entrambi i casi, le staminali conservate sono pressoché inutilizzabili.
Vi sono tuttavia altri aspetti da considerare per il prelievo delle staminali da sangue cordonale. La predisposizione ad una malattia quale l'Alzheimer o il Parkinson, la leucemia o qualsiasi altra forma tumorale, può essere insita nelle proprie staminali, cosicché la patologia potrebbe così essere ritrasmessa. Inoltre, nel sangue cordonale resta solo un numero limitato di cellule staminali. Poiché, però, per la terapia è richiesto un numero minimo di cellule, la ricerca sta lavorando alla moltiplicazione delle staminali adulte esternamente al corpo; a tale ricerca partecipa anche il XCell-Center. Qualora si arrivasse ad un risultato, si può ipotizzare che l'utilizzo di depositi di staminali diverrà ben presto una prassi frequente. Che l'eccezionale possibilità di prelevare staminali da sangue cordonale sia complessivamente vantaggiosa già oggi, lo dimostra un dato fornito dalla rivista specializzata "The Lancet", secondo la quale, dal 1989, si sono eseguiti internazionalmente già oltre 7.000 trapianti con staminali isolate da sangue cordonale.

Federico Cesareo