giovedì 18 settembre 2008

EPO rinfresca la memoria

Più EPO, più memoriaIl risultato potrebbe portare a nuove strategie terapeutiche nel trattamento di patologie a carico del sistema nervoso che diminuiscono le capacità cognitive
Un farmaco utilizzato per incrementare la produzione di sangue sia nei trattamenti medici sia come doping delle specialità sportive sembra avere un effetto positivo sulla memoria di chi lo utilizza. È questa la conclusione di un lavoro pubblicato sulla rivista online ad accesso libero “BMC Biology”, che mostra inoltre come l’eritropoietina (EPO) non sono sia correlata agli effetti sulla produzione di sangue ma eserciti anche un’influenza diretta sui neuroni. Il risultato, ottenuto osservando un gruppo di pazienti affetti da insufficienza renale cronica e trattati con EPO, potrebbe portare a nuove strategie terapeutiche nel trattamento di patologie a carico del sistema nervoso che diminuiscono le capacità cognitive, come la schizophrenia, la sclerosi multipla e l’Alzheimer."Questi effetti dell’EPO avrebbero potuto essere collegati all’influenza del farmaco sulla produzione di sangue”, ha spiegato Hannelore Ehrenreich, ricercatrice del Max-Planck-Institut che ha coordinato lo studio, "ma l’aver trovato recettori per l’EPO sulle cellule nervose suggerisce che siano coinvolti altri meccanismi.”Per studiare i meccanismi dell’incremento delle capacità cognitive indotte dall’EPO, i ricercatori hanno anche studiato l’effetto della sostanza sui topi per verificare l’effetto dell’esposizione a lungo termine. Dopo il periodo di trattamento, i topi che hanno ricevuto l’EPO mostravano in alcune situazioni di avere una migliore memoria rispetto al gruppo placebo: l’effetto durava fino a tre settimane, per poi scomparire alla quarta.Gli specifici miglioramenti di memoria erano associati alla funzionalità dell’ippocampo, una regione cerebrale che sovrintende alla memoria e ad altri processi cognitivi.Tale correlazione è il risultato delle successive analisi del tessuto ippocampale, trovando che l’EPO influenza i neuroni di questa struttura.
Federico Cesareo